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Elce Magazine

Una squadra, un paese, un sogno: Heraclea Candela vola in Serie D

2025-06-22 08:01

Viola Nigro

Attualità,

Una squadra, un paese, un sogno: Heraclea Candela vola in Serie D

Una squadra, un paese, un sogno: Heraclea Candela vola in Serie D    di Gianni Gliatta  Dal cuore dei Monti Dauni, con appena 2.500 anime, arriva un’i

 

 

 

Una squadra, un paese, un sogno: Heraclea Candela vola in Serie D

 

 

 

di Gianni Gliatta

 

 

Dal cuore dei Monti Dauni, con appena 2.500 anime, arriva un’impresa sportiva straordinaria: l’Heraclea Candela vola per la prima volta in Serie D. Tre anni fa militava in Prima Categoria, oggi festeggia la terza promozione consecutiva. Protagonisti di questa favola moderna, Gennaro Casillo e Giuseppe De Vitto, due giovani imprenditori cerealicoli che hanno trasformato un sogno in realtà.

 

Candela però non ha trionfato in Puglia, ma nel girone B di Eccellenza campana, piegando avversari storici come Battipagliese, Agropoli, Castel San Giorgio ed Ebolitana. La vittoria decisiva è arrivata contro il Santa Maria La Carità, davanti a duemila spettatori nel nuovo stadio “Mario Mitola”, inaugurato appena 3 anni fa. Casillo, 40 anni, ha il calcio nel sangue: suo padre Pasquale fu uno degli artefici della leggendaria “Zemanlandia”. Con il socio De Vitto ha costruito un progetto sportivo solido e per raggiungere l’obiettivo, la società ha effettuato cambi tecnici mirati, affidando la squadra a tre allenatori nel corso della stagione. La guida iniziale è stata affidata a Sergio Di Corcia, seguita da un breve interregno con Carmine Turco. La svolta è arrivata con l’arrivo di Francesco Farina, tecnico esperto con dieci promozioni all’attivo, che ha guidato il club al traguardo decisivo. Con lui in panchina, l’Heraclea ha ottenuto 14 vittorie e 2 pareggi, chiudendo con 23 successi totali e solo 3 sconfitte. Per il tecnico campano è arrivato anche il rinnovo ufficiale: guiderà l’Heraclea nel campionato di serie D per la stagione 2025/26. Punto di forza della squadra protagonista della promozione due candelesi doc: il portiere-capitano Rocco Tucci e l’attaccante Antonio Compierchio, nipote di Pietro Maiellaro. A dare qualità ed esperienza un gruppo di calciatori da categoria superiore, tra cui Manzo, Galdean, Coulibaly, Yeboah Johnson, Zaldùa, Guti, Marin, Bonicelli, Pignataro e De Sagastizabal, quest’ultimo miglior marcatore tra gli amaranto con 10 reti. 

 

Ci sono storie che sembrano scritte dal destino, altre che nascono dalla passione e dal coraggio di chi sceglie di credere nell’impossibile. Questo è il film che racconta la genesi dell’Heraclea Candela, e lo sceneggiatore porta il nome di Gennaro Casillo, imprenditore con il calcio nel cuore e Candela nell’anima. In tre anni ha contribuito a trasformare un piccolo club in un simbolo di rinascita sportiva e sociale, riportando entusiasmo e orgoglio nella piccola candela famosa per la casa di Babbo Natale. In questa intervista, Casillo racconta il sogno diventato realtà, le difficoltà superate e il legame profondo con una terra che ora guarda al futuro con occhi nuovi.

 

Gennaro, tre promozioni in tre anni: quando ha capito che l’Heraclea Candela poteva davvero arrivare in Serie D?

La partita della svolta è stata senza dubbio quella contro la Battipagliese. Eravamo indietro in classifica, ma quel 4-0 in trasferta ha dimostrato tutto il nostro valore, sia tecnico che mentale. In quel momento ho capito davvero che ce la potevamo fare.

 

Perché ha scelto di investire proprio su Candela per avviare questo progetto sportivo? Quali elementi l’hanno convinta che questo fosse il luogo giusto per costruire un percorso vincente?

Tutto è nato in Prima Categoria come un progetto sociale. I miei soci, in particolare la famiglia De Vitto con cui condivido l’attività cerealicola, sono di Candela. Da lì è nata l’idea, che si è subito estesa con la creazione della scuola calcio – oggi abbiamo circa 150 bambini – e con attività come i corsi di inglese. Abbiamo sempre considerato l’Heraclea come una nostra azienda: ci crediamo ogni giorno con lo stesso impegno e determinazione. Sono tornato dal nord proprio per investire in ciò in cui credo. Il calcio non fa eccezione.

Qual è stato il momento più difficile della stagione e come lo avete superato?

Sicuramente il girone d’andata. Pagavamo l’inesperienza e abbiamo cambiato due allenatori. Non per demerito – Carmine Turco è un ottimo tecnico e una grande persona – ma sentivamo che ci mancava qualcosa. Con l’arrivo di mister Francesco Farina, che ha portato una mentalità vincente e un grande staff, è cambiato tutto. E devo dire grazie ai giocatori: hanno creduto fino in fondo in questo sogno.

 

Lei ha il calcio nel DNA grazie a suo padre Pasquale: quanto ha influito questa eredità nella sua visione del progetto Heraclea?

Sono nato sul campo, ho visto migliaia di partite. Mio padre amava il calcio e la gente, ed era una persona umile. Cerco sempre di prenderlo come esempio. Quello che ha fatto lui è difficilmente replicabile, ma è la mia ispirazione quotidiana. L’obiettivo è migliorarsi costantemente.

 

Avete costruito un organico di alto livello per la categoria: come siete riusciti ad attirare giocatori così importanti a Candela?

All’inizio non è stato facile. Siamo sempre stati neopromossi e dovevamo guadagnarci la fiducia. Ma col tempo le persone hanno capito chi siamo e come lavoriamo. Oggi, con la Serie D alle porte, sono tanti i calciatori interessati a venire a Candela. Ci siamo costruiti una buona reputazione, sia per la serietà del progetto che per l’ambiente positivo che si respira qui.

 

Ora che siete in Serie D, qual è il prossimo obiettivo? Sognare non costa nulla?

Fare la “corazzata” non avrebbe senso per Candela. Ma abbiamo qualcosa che ci distingue: le idee. E con le idee, come mi ha insegnato mio padre, si possono raggiungere grandi traguardi. Non diciamo che vogliamo vincere a tutti i costi, ma vogliamo competere. Vogliamo una squadra brillante, frizzante. Non faremo la comparsa. Con impegno e creatività, non si sa mai fin dove possiamo arrivare.