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Elce Magazine

COLORI CHE PARLANO

2025-06-22 07:39

Dott.ssa Cristina Crespi

Salute e Benessere,

COLORI CHE PARLANO

COLORI CHE PARLANO    dott.ssa Cristina Crespi  Ebbene si, i colori “parlano”. Percepisco anche a distanza la vostra perplessità, ma vi assicuro che a

 

 

 

COLORI CHE PARLANO

 

 

 

dott.ssa Cristina Crespi

 

 

Ebbene si, i colori “parlano”. 

Percepisco anche a distanza la vostra perplessità, ma vi assicuro che a fine lettura mi darete ragione. 

Per ora, datemi il beneficio del dubbio e fate finta di credermi. I colori parlano, hanno una loro personalità che è addirittura talmente forte da riuscire ad influenzare anche la nostra.

Ok, i colori parlano. Ma chi li ascolta? Tutti noi.

E chi li studia? La Psicologia dei Colori.

I colori non sono solo estetica: sono linguaggio, emozione, simbolo; influenzano i nostri pensieri, le nostre emozioni e i nostri comportamenti. 

Proprio come i gesti o le parole, i colori sono codici culturali, parlano di noi, suscitano emozioni, favoriscono o inibiscono reazioni e connessioni, possono influenzare il nostro stato d'animo e persino il nostro comportamento attivando emozioni e reazioni che non sono sempre consce.

Uno dei primi ad occuparsi del colore e dei suoi effetti sull’animo umano fu Goethe. 

Sì, proprio lui, il poeta tanto “caro” a intere generazioni di studenti. 

 

A inizio Ottocento, Goethe, dopo aver intuito che non tutti i colori venivano percepiti allo stesso modo e che ogni sfumatura portava con sé un messaggio nascosto, pubblicò "La teoria dei colori", pioneristico testo che non solo tracciò una linea di collegamento tra lo stimolo ottico e l’emozione interiore che da esso scaturisce, ma fornì anche una visione emotiva e simbolica dei colori.

Secondo Goethe il rosso era un colore “nobile”, legato all’azione, al potere, alla passione; il giallo, brillante e luminoso era un colore vitale, gioioso; il blu esprimeva invece malinconia, profondità, spiritualità, mentre il verde rappresentava l’equilibrio, l’armonia, la tranquillità.

Attraverso la semplice osservazione quindi Goethe trasse conclusioni che ancora oggi sono per la maggior parte ritenute valide nell’ambito dello studio della psicologia dei colori e sono altresì state confermate dalle neuroscienze.

 

Quasi un secolo dopo di lui, Wilhelm Wundt, considerato il padre della psicologia sperimentale, riuscì a fine Ottocento a dimostrare scientificamente in laboratorio ciò che Goethe aveva semplicemente intuito: i colori caldi stimolano il sistema nervoso e aumentano il battito cardiaco mentre i colori freddi ne rallentano il ritmo e inducono rilassamento. 

Tutto ciò ha avuto un impatto enorme non solo sulla psicologia, ma anche su settori come il design e la pubblicità che hanno iniziato a sfruttare il potere dei colori per influenzare le emozioni dei consumatori. 

Infatti, nel corso del Novecento il colore e il suo utilizzo a fini emozionali e persuasivi entrò a gamba tesa nel mondo della produzione di oggetti in serie, nella pubblicità e nel marketing, al punto che, nel 1950, Faber Birren, dopo aver scritto “Color Psychology and Color Therapy” (una vera e propria guida cromatica per migliorare gli ambienti di lavoro, la produttività aziendale e il benessere mentale dei lavoratori) riuscì ad inventare una nuova professione: il consulente cromatico per aziende. Le teorie di Birren erano così valide che sono ancora oggi alla base di molti progetti di architettura emozionale e interior design terapeutico.

 

La psicologia ambientale è infatti stata in grado nel corso degli anni di dimostrare che il colore degli spazi in cui viviamo influisce direttamente sia sul nostro benessere mentale che sull’esperienza di fruibilità di uno spazio nella sua globalità. Ecco perché ad esempio nelle scuole vengono sempre più di frequente utilizzati sulle pareti colori come l’azzurro o il verde pastello che aumentano la concentrazione e riducono il comportamento iperattivo che invece viene stimolato dal colore giallo, spesso utilizzato a buon diritto nelle palestre.

 

Negli ospedali molti reparti sono tinteggiati con tonalità calde e rassicuranti, fatta eccezione per i reparti di pronto soccorso e di terapia intensiva dove prevalgono tonalità fredde in grado di contribuire ad abbassare il livello di cortisolo e, dunque, di stress. 

Negli uffici le tonalità neutre come il beige, il tortora, il grigio chiaro o il verde salvia aiuterebbero i dipendenti a rimanere concentrati e meno stressati trasmettendo al contempo ai clienti un senso di professionalità e ordine.

Ogni colore ha dunque un preciso effetto sulla psiche umana che tuttavia può variare in base al luogo di provenienza. Quando si parla di colori, il significato non è universale; la psicologia dei colori è infatti fortemente contestualizzata, ossia cambia forma e sfumature a seconda della religione, della storia e del contesto socioculturale di riferimento. 

Solo per fare un esempio, il bianco in Occidente è simbolo di purezza e viene per questo utilizzato durante battesimi e matrimoni, in Cina invece è il colore tipicamente associato al lutto. 

 

In linea di massima tuttavia, anche le neuroscienze confermano le iniziali intuizioni di Goethe.

Il colore rosso attiva l’amigdala, la parte del cervello legata al pericolo e all’attenzione immediata, aumenta il battito cardiaco e la pressione sanguigna. Psicologicamente parlando è il colore dell’eccitazione, della passione, del desiderio ma anche del pericolo. 

Il colore blu stimola invece l’attività della corteccia prefrontale, migliora il pensiero logico e la pianificazione; viene percepito come un colore rilassante e affidabile che stimola la produttività e induce pensieri di professionalità, serietà e sicurezza.

Il colore verde richiama la natura ed è spesso usato per evocare benessere e sostenibilità quindi sulla psiche ha un effetto calmante e riequilibrante.

Il giallo, colore del sole, della luce è un colore considerato borderline, stimola l’attenzione, l’energia e la voglia di fare, ma può anche generare ansia se usato in modo eccessivo. 

Il nero è considerato colore dell’autorità, ma anche del lutto. Comunica un’idea di lusso e eleganza ma quindi anche incutere timore o tristezza.

 

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Anche nel marketing il colore non è una semplice decorazione, è un vero e proprio codice visivo che ha il potere di comunicare messaggi profondi e influenzare le emozioni dei consumatori in tempo reale, di  creare una brand identity ben riconoscibile e di influenzare i comportamenti di acquisto in pochi secondi. Si, pochi secondi, perché i colori sono uno dei primi messaggi che il cervello riceve ed elabora rispetto ad altre informazioni visive. 

In un mondo dove ormai la competizione è feroce e l’attenzione dei consumatori è sempre più frammentata, il colore diventa dunque uno strumento cruciale per emergere, farsi riconoscere e creare un’identità di marchio forte e coerente. 

 

Ogni scelta cromatica è una decisione strategica che non solo attrae visivamente, ma comunica implicitamente un valore, un concetto, una promessa. 

Conoscere la psicologia dei colori permette dunque ai brand di adattarsi alle diverse sensibilità dei loro clienti target ottimizzando la strategia di comunicazione in modo preciso e mirato.

 

Concludendo, possiamo senza ombra di dubbio asserire che saper scegliere e utilizzare un colore da indossare o da utilizzare per dipingere un ambiente significa essere in grado di comunicare senza dire una parola perché, appunto, tornando al punto di partenza, i colori “parlano” per noi.